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Run4unity: una corsa per il dialogo

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Mag. 2015 –

ANGELINA BANDAK, Partecipante alla marcia “Run4unity” – ”Sono venuta qui per partecipare alla corsa perche’ credo nell’unita’. Tutti siamo qui perché ci sia unità tra i fratelli e ci si conosca l’un l’altro”

Angelina e’ una dei 300 ragazzi e ragazze, tra i 10 e i 16 anni, che hanno partecipato a una marcia organizzata il 3 maggio nei Territori Palestinesi. Il percorso, lungo 6 chilometri, e’ partito dalla Piazza della Mangiatoia a Betlemme, davanti alla Basilica della Nativita’.

EDY SCHOPPING, Organizzazione marcia “Run4unity” – ”Betlemme e’ un posto che parla tanto della pace. E’ il posto dove e’ nato Gesu’, che ha portato un messaggio di amore e di pace che e’ attuale, anche oggi. Anche Betlemme, assieme a molte citta’ del mondo, vuole dare un messaggio di pace al mondo, al Medio Oriente, per tutti i Paesi dove ci sono sofferenza e guerra”.

L’evento di Betlemme ha visto la partecipazione non solo di giovani provenienti da tutta la Terra Santa, ma anche di molti stranieri. Run4unity, infatti, è un’iniziativa mondiale, promossa dal Movimento dei focolari. Ispirati dalla regola aurea – presente in filosofie e religioni di tutto il mondo – che recita “Non fare agli altri, cio’ che non vuoi sia fatto a te”, propongono una staffetta che, dalle isole Fiji, attraversa 140 Paesi di tutti e cinque i continenti, per portare un messaggio di pace e di solidarietà, coinvolgendo ragazzi di etnie, culture e religioni diverse.

MAURICE ROCK, Responsabile organizzativo della marcia “Run4unity” – “La corsa è organizzata dai Focolari, un movimento mariano internazionale che si occupa della pace e la fratellanza tra i popoli. La corsa viene organizzata ogni tre o quattro anni. Nel 2005 l’abbiamo fatta a Gerusalemme, nel 2008 ad Haifa, nel 2012 a Cesarea e quest’anno, per la prima volta, a Betlemme, fino a Cremisan, passando per Beit Jala”.

Significativo anche il luogo dell’arrivo della corsa di quest’anno: il monastero salesiano nella vallata di Cremisan. Qui, la lotta nonviolenta della popolazione locale ha evitato la costruzione di un tratto del muro di separazione tra Israele e Territori palestinesi.

MAURICE ROCK, Responsabile organizzativo della marcia “Run4unity” – ”Cerchiamo la pace per la quale Gesù Cristo è venuto, Egli è la pace. Vogliamo aiutare i bambini che camminano con noi a sentire che hanno davvero un ruolo e responsabilità. Questa marcia spiega ai giovani che hanno un importante ruolo nel loro futuro”.

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“Amatevi come io vi ho amato” – Il 32esimo Convegno Ecumenico di Vescovi

“Amatevi come io vi ho amato” – Il 32esimo Convegno Ecumenico di Vescovi 1600 900 admin

 

Nov. 2013 – Si è svolto a Gerusalemme nei giorni scorsi il 32esimo Convegno Ecumenico dei Vescovi amici dei Focolari, dal titolo “La reciprocità dell’amore tra i discepoli di Cristo”.

Nato dall’iniziativa di Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, e su impulso di Giovanni Paolo II, il convegno riunisce vescovi da ogni parte e chiesa del mondo, cattoliche e non.

Vescovi ortodossi, anglicani, metodisti, luterani e cattolici, si sono riuniti per una quattro giorni di incontri all’insegna della comunione e della condivisione.

In una terra in cui si respira molto la difficoltà della convivenza tra tante denominazioni e confessioni diverse, il Convegno Ecumenico ha rappresentato l’occasione per vivere una comunione che, se non ancora teologica e dottrinale, è una comunione di cuore.

S.E. ROBIN SMITH, Vescovo anglicano diocesi di St. Albans – “Ci ritroviamo ogni anno, vescovi da ogni parte del mondo e di ogni confessione diversa, per vivere insieme l’unità in Gesù Cristo. Nel rispetto di tutte le nostre differenze, tradizioni e dottrine, crediamo molto profondamente di poter vivere insieme, perchè Gesù è in mezzo a noi.

Veniamo per essere testimoni del fatto che l’unità è possibile. Anche con tutte le differenze, è possibile rispettare e anche amare il nostro fratello o sorella, diverso da noi. Perchè Gesù è in loro tanto quanto è in noi.”

Significativo è stato l’incontro con il Patriarca Greco-ortodosso Teofilo III, che ha accolto i rappresentati delle varie chiese in un clima di fraternità e amicizia. Malgrado la drammaticità della divisione che separa la chiesa ortodossa dalle varie confessioni cristiane, l’incontro al Patriarcato è stato un segno di speranza per il cammino verso l’unità.

Una volontà, quella dell’unità, manifestata dal patto di amore scambievole che i vescovi si sono scambiati all’ombra della “Scaletta”, il luogo che secondo la Tradizione ha visto Gesù pregare perchè tutti fossero uno…

CLAUDIO MAINA, Movimento Focolari Terra Santa – “La Scaletta sono i resti di una antica scala romana che collega il Cenacolo alla valle del Cedron. C’è una tradizione che colloca in questo posto la preghiera di Gesù per l’unità. Secondo questa tradizione Gesù, dopo l’ultima cena, recandosi all’Orto degli ulivi avrebbe qui pregato per l’unità. È una tradizione che al movimento dei Focolari piace particolarmente perchè il nostro spirito è proprio fondato sull’unità.”

S.E. ARMANDO BORTOLASO, Vicario Apostolico Emerito di Aleppo – “Ci incontriamo e tutti insieme facciamo questo patto dell’unità. Con cui ci promettiamo di amarci come Gesù ci ha amati, pronti a dare la vita uno per l’altro, nella diversità delle fedi.

Vogliamo andare in profondità e vivere l’amore reciproco tra vescovi, scambiandoci esperienze in uno spirito di fraternità, convinti che se ci amiamo a vicenda realiziamo quello che è l’ecumenismo del cuore.”

Un programma denso e ricco di incontri, scandito anche da numerose visite nei luoghi santi di Gerusalemme e dintorni, come la Basilica della Natività a Betlemme, il Santo Sepolcro e il Cenacolo, luogo che forse più di ogni altro segna quella differenza-unione che ha caratterizzato le riflessioni del Convegno Ecumenico.

S.E. PIERRE MOUALLEM, Arcivescovo Emerito Chiesa Greca Melchita di Galilea – “La carità è la strada migliore. Dio è amore, e in quell’amore possiamo trovare la strada per l’unità.”

S.Em. MILOSLAV VLK, Cardinale e arcivescovo emerito di Praga – “La strada per raggiungere l’unità è vivere il Vangelo e dare testimonianza comune, di diverse chiese, del Vangelo, della parola di Dio. Vivendo la parola di Gesù si crea l’unità.

Non dipende dalle nostre forze, ma dalla forza di Gesù Cristo e dello Spirito Santo”

S.E. ARMANDO BORTOLASO, Vicario Apostolico Emerito di Aleppo – “Lo Spirito Santo ha bisogno di vescovi delle varie chiese che si vogliono bene, che si amano…poi lo Spirito Santo farà il resto! Ma se non c’è questo incontro, questa conoscenza, questo clima di fraternità, pronti a dare la vita l’uno per l’altro, lo Spirito Santo non può fare niente.”

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Mount Zion Award 2013

Mount Zion Award 2013 1600 900 admin

 

Ott. 2013 – Yisca Harani e Margaret Karram sono diverse per cultura, popolo, religione ed esperienza. Insieme, nell’abbazia della Dormizione, a Gerusalemme, hanno ricevuto il Mount Zion Award 2013 per il lavoro e l’impegno che entrambe – seguendo strade diverse – hanno dimostrato e dimostrano nel cercare le vie del dialogo e dell’incontro tra culture e religioni.

YISCA HARANI, Vincitrice Mount Zion Award 2013 – “Penso che l’educazione sia il primo passo… educare ad amare le differenze”

Yisca e’ nata a Gerusalemme in una famiglia di ebrei osservanti. E’ educatrice e consulente per diversi ministeri del Governo israeliano ma soprattutto promotrice da anni di iniziative a carattere interreligioso – in particolare nelle scuole – partendo proprio dalla certezza che solo una maggiore conoscenza dell’altro puo’ essere l’inizio di una convivenza diversa.

Margaret, araba cristiana di Haifa, da piu’ di trent’anni lavora con il Movimento del Focolare, fa parte della Commissione Episcopale per il Dialogo Interreligioso dell’Assemblea degli ordinari Cattolici di Terra Santa ed e’ stata tra i principali organizzatori del Simposio internazionale Ebraico-Cristiano che si e’ tenuto a Gerusalemme nel 2009.

MARGARET KARRAM, Vincitrice Mount Zion Award 2013 – “Soprattutto a Gerusalemme e’ difficile trovare un punto di incontro tra i due popoli. Allora penso che il nostro lavoro sia facilitare questo incontro, e quando le persone si incontrano, che siano bambini, giovani, famiglie, vediamo veramente che cominciano a conoscersi e scoprono che veramente siamo tutti uguali! Al di la’ che uno sia ebreo, l’altro musulmano, l’altro cristiano, pero’ si comincia a scoprire che in fondo possiamo volerci bene!”

YISCA HARANI, Vincitrice Mount Zion Award 2013 – “In questa parte del mondo, le persone portano con se’ delle idee, dei pregiudizi, senza conoscersi… Se iniziassero ad approcciare gli altri cercando nell’altro l’essere umano… quello sarebbe l’inizio. Sono piccoli passi, ma devi credere di poter trovare un’anima umana in quello che chiami nemico, avversario”

Il Mount Zion award per la riconciliazione fu fondato nel 1986 da Wilhelm Salberg, un sacerdote tedesco scomparso dieci anni dopo e assegnato ad anni alterni a individui o istituzioni impegnati nell’intensificare il dialogo e la comprensione in Terra Santa.

Le vincitrici di quest’anno hanno testimoniato soprattutto come la spinta per il vero dialogo parta sempre da una appartenenza ben radicata:

MARGARET KARRAM, Vincitrice Mount Zion Award 2013 – “La famiglia ha avuto un ruolo molto importante nella mia vita, veramente ci hanno educato tanto sull’essere veramente veri cristiani, imparare ad amare il nemico, il vicino, il prossimo”

YISCA HARANI, Vincitrice Mount Zion Award 2013 – “Credo che ci siano tanti tipi di amore nel mondo e che il mio modo di amare, radicato nel mio background ebraico, nella mia vita di ebrea, sia qualcosa di bello che non diminuisce il modo di amare di nessun altro. Questo e’ cio’ a cui dovremmo educare”

Un lavoro che continua…

MARGARET KARRAM, Vincitrice Mount Zion Award 2013 – “Per cambiare il cuore ci vuole tanto, ma e’ importante seminare e creare una nuova mentalita’. Percio’ per me oggi e’ un incoraggiamento ad andare avanti e creare questa nuova mentalita’ del rispetto, dell’amore verso l’altro e aiutarci perche’ sempre piu’ persone lavorino in questo campo… e’ l’unica strada, credo, che puo’ portarci alla pace vera, qui”

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Be the Bridge

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Apr.-Mag. 2013 – Creare ponti di pace, questo e’ il desiderio dei Giovani per un Mondo Unito e dei gruppi musicali del Gen Rosso e Gen Verde. E per testimoniare la fraternita’ universale come non pensare alla Terra Santa. E cosi’ che dal 18 aprile al 1 Maggio la settimana Mondo Unito 2013 si e’ vissuta proprio qui, sulle strade e tra la gente di questa terra di Dio. Percorriamo insieme, citta’ dopo citta’, questi nuovi ponti di pace.

Dal 18 aprile al 1 maggio: “Be the bridge” e’ lo slogan di quest’anno. Workshop, concerti e iniziative, in compagnia dei gruppi musicali Gen Rosso e Gen Verde, con un solo desiderio: cominciare a costruire un mondo unito.

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La staffetta della Pace

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Mag. 2012 – “Sono molto contenta di essere qui”

“Il team di lavoro e’ come una famiglia, questa e’ la cosa piu’ importante di questa iniziativa”.

In contemporanea ad altre 300 citta’ da tutto il mondo, la splendide cornice di Cesarea Marittima ha ospitato la Run4unity, un’iniziativa giunta alla terza edizione che ha portato ragazzi di tutto il mondo a correre nella staffetta della pace. E in Terra Santa questa giornata organizzata come sempre dal movimento focolare si e’ caricata di un significato particolare, con tanti ragazzi israeliani e palestinesi insieme, nella citta’ erodiana dove, secondo la tradizione cristiana, venne imprigionato Paolo di Tarso. Circa 400 ragazzi in tutto, tra cristiani, musulmani, e qualcuno di fede ebraica. Credi diversi uniti nell’unica regola d’oro, come i gli organizzatori dell’evento hanno tenuto a precisare: “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”. Un comandamento universale, quello dell’amore, trasmesso anche attraverso il gioco.

“E’ la mia prima volta, ero preoccupata di fare degli errori, ma poi mi sono fatta trascinare dall’evento ed e’ stato bellissimo”.

“Quando ci mettiamo assieme a confrontare le nostre idee ci arricchiamo. Allora questo programma di oggi non e’ un’idea mia o di quell’altro ma e’ l’idea di un corpo, dell’esperienza di Gesu’ tra di noi”.

Nell’ippodromo di Cesarea, i ragazzi si sono impegnati in percorsi e stand di vario tipo, giochi e stazioni per mettere alla prova le propria abilita’. Prima dell’ultima parte piu’ “artistica”, uno spettacolo in cui protagonisti sono stati ancora i ragazzi. Un impegno a cui i genitori non si possono sottrarre, come hanno testimoniato i tanti adulti presenti a Cesarea.

“Penso che un importante lavoro per i genitori e i nonni sia di trasmettere alle prossime generazioni e nelle famiglie questi valori di apertura, accettazione, tolleranza, amicizia”.

E l’obiettivo ideale era proprio quello di riunire tutto il pianeta per trasmettere questi insegnamenti. Dei valori che specialmente questa terra attende con urgenza. E che run4unity ha cercato, anche quest’anno, di testimoniare con una staffetta mondiale. Senza il bisogno di cercare per forza vincitori e vinti. Ma con il desiderio di unirsi agli altri.

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